Negli odierni serramenti, i vetri rappresentano la maggior parte della superficie totale. Non dobbiamo però fare lo sbaglio di pensare che i vetri per finestre siano tutti uguali. Le evoluzioni tecnologiche che si sono succedute nel tempo sono proprio tante, ed è per questo che nella nostra guida ai vetri per infissi vogliamo dare una panoramica complessiva, a partire dai tipi di vetro.
Indici degli argomenti
Tipologie di vetro
Prima di entrare nello specifico dei vetri per serramenti, vediamo una breve panoramica al tipo di vetro che è possibile realizzare.

Vetro float

Tra i vari tipi di vetro, la prima tipologia tipologia è il vetro normale, denominato “float”. Si tratta di una lastra di vetro che non ha subito ulteriori lavorazioni dopo la sua realizzazione.
La sua resistenza alle rotture è minima e quella agli sbalzi termici molto limitata. In caso di rottura è particolarmente pericoloso.
Nell’immagine accanto potete vedere un esempio di frammentazione di un vetro float.
Vetro stratificato

La seconda tipologia è il vetro stratificato, conosciuto anche come “Visarm”. Si tratta in realtà di due lastre di vetro che sono assemblate tra loro mediante una o più pellicole trasparenti intercalari in PVB.
La sua resistenza alle rotture è più elevata del classico vetro ricotto. In caso di rottura, i frammenti di vetro non si staccano dall’insieme, almeno per un determinato periodo di tempo o fino a un certo livello di carico, come potete vedere dall’immagine a fianco.
Vetro temperato

Infine abbiamo il vetro temperato. Si tratta di un vetro che è stato sottoposto a un trattamento che ne aumenta la resistenza alle rotture e agli sbalzi termici.
In caso di rottura, si frantuma in tantissimi pezzi, evitando ferite dovute a schegge di vetro taglienti, come potete osservare nell’immagine vicina.
Spessore vetro: cosa indicano le sigle?
Anche se non siete del settore, sicuramente avrete visto delle sigle riguardo allo spessore dei vetri. Procediamo direttamente a degli esempi per essere più chiari e diretti. Ovviamente essi non comprendono le decine di tipologie possibili, ma saranno un vero e proprio esercizio per comprendere subito di cosa stiamo trattando.
- 33.1 – Indica la presenza di due lastre di vetro da 3 mm accoppiate da 1 pellicola in PVB. Siamo ovviamente in presenza di un vetro stratificato.
- 44.2 – Indica la presenza di due lastre di vetro da 4 mm accoppiate da 2 pellicole in PVB. Anche in questo caso è ovvio che è un vetro stratificato.
- 4T – Indica una lastra di 4 mm di vetro temperato (indicato dalla lettera “T”).
- 6T – Indica una lastra di 6 mm di vetro temperato.
- 4 (a volte 4mm) – Indica una normale lastra di vetro float.
Dal vetro singolo al vetrocamera
Adesso che abbiamo approfondito la nostra conoscenza sui tipi di vetri, parliamo di vetrocamera. Siamo in presenza di un vetro camera nel caso in cui due o più vetri sono distanziati tra loro da un telaio perimetrale.
Vetrocamera con doppio vetro
Il tipo più semplice di vetrocamera viene realizzato con un vetro doppio. In questo caso avremo una canalina distanziale, su cui ritorneremo tra poco, e una singola camera. Nell’immagine seguente potete vedere la sezione di un infisso dotato di doppio vetro.
Vetro camera con triplo vetro
Siamo invece in presenza di un vetro triplo nel caso in cui abbiamo due canaline distanziali e conseguentemente due camere. Possiamo vedere nella prossima immagine la sezione di una finestra dotata di un triplo vetro.
Canalina termica warm edge o in alluminio?
Come indicato prima, i vetri che compongono un vetro camera vengono distanziati tra loro da una canalina. Quella oggi più diffusa è la canalina termica warm edge (bordo caldo), che ha prestazioni termiche notevolmente superiori rispetto alla vecchia canalina in alluminio ed evita la formazione di condensa lungo il perimetro degli infissi.
Per i vetri termici, la scelta della warm edge è praticamente d’obbligo. Quella in alluminio viene soltanto usata nei vetri per porte o finestre che non hanno alcuna esigenza termica.
Spessore vetrocamera
Ora che conosciamo le basi degli spessori dei vetri e sappiamo cos’è un vetrocamera, possiamo passare a conoscere gli spessori dei vetro camera. Procediamo sempre con degli esempi, perché anche in questo caso sono più semplici per capire il meccanismo alla base delle sigle che potremmo leggere.
- 4-16-4 – Siamo in presenza di un vetro 4 float da 4 mm, una camera da 16 mm (il valore centrale) e un altro vetro float da 4 mm.
- 4T-18-4T – Qui abbiamo un vetro temperato da 4 mm, una camera da 18 mm e un altro vetro temperato da 4 mm.
- 33.1-16-44.8 – Abbiamo due lastre di vetro da 3 mm con 1 pellicola in PVB, una camera da 16 mm e due lastre di vetro da 4 mm accoppiate da 8 pellicole in PVB.
- 4T-18.33.1 – Ebbene, sì. Nei vetri per infissi, non è mica vietato usare combinazioni di vetri di tipo diverso! Qui abbiamo un vetro temperato da 4 mm, una camera da 18 mm e infine due lastre di vetro da 3 mm con una pellicola in PVB.
Ovviamente, i precedenti sono solo degli esempi. Considerando le varie tipologie di vetro per finestre e le combinazioni possibili, se ne otterrebbero centinaia. L’importante è che capiamo il meccanismo di base, che ci sarà utile successivamente per approfondire determinati discorsi in merito a vetri antinfortunistici e vetri antisfondamento.
Trattamenti superficiali: vetri selettivi e vetri basso emissivi
Per raggiungere determinati scopi, come ad esempio ottenere un vetro termico, i vetri per infissi possono subire determinate lavorazioni.
Vetro selettivo
Senza entrare troppo sul tecnico, siamo in presenza di un vetro selettivo se viene eseguita una particolare lavorazione, atta a respingere la radiazione infrarossa proveniente dall’esterno. In tal modo si diminuisce il riscaldamento degli ambienti nel periodo estivo. Siamo in presenza di un vetrocamera selettivo se uno dei 2 o 3 vetri ha subito tale processo.
Vetro basso emissivo
Anche in questo caso evitiamo di entrare troppo nel tecnico. Ci basta sapere che parliamo di un vetro basso emissivo nel caso in cui è stata eseguita una lavorazione sulla superficie che serve per riflettere verso l’interno una parte del calore emesso come radiazione termica dai corpi contenuti nei locali abitati. Ciò serve ovviamente per diminuire la dispersione termica. Parliamo di vetrocamera basso emissivo se uno dei 2 o 3 vetri è stato realizzato con tale processo.
Aria o gas argon nel vetrocamera?
All’interno di un vetrocamera, per aumentarne le prestazioni, viene quasi sempre inserito il gas argon. Ciò permette di ottenere prestazioni termiche superiori di oltre il 20% rispetto al semplice inserimento di aria, con differenze irrisorie in termini di costi.
In casi molto più rari, per via del lievitamento dei prezzi, può essere inserito il gas kripton. Tale pratica può essere utile soltanto in presenza di camere inferiori ai 12 mm, altrimenti il beneficio rispetto al gas argon si assottiglia sino a diventare pressoché nullo. In linea di massima, nelle varie tipologie vetri, il gas argon è quindi l’ideale.
Vetro acustico (o anche vetro Silence)
Se necessitiamo di un vetro per infissi che abbia caratteristiche di abbattimento del rumore proveniente dall’esterno, che sia cioè fonoassorbente, dobbiamo affidarci ai vetri acustici.
Un vetro acustico (che è sempre stratificato) è composto da due lastre di vetro da non meno di 4 mm e da almeno una pellicola di PVB Silence, leggermente diversa dalla normale pellicola in PVB.
L’abbattimento ottimale del rumore di questi vetri speciali per finestre si raggiunge però grazie anche alla presenza della camera nel vetrocamera (ci scusiamo per il gioco di parole…).
Vetro antinfortunistico e normativa vetri UNI EN 12600
Nel campo dei vetri per infissi, parlare di vetri antinfortunistici è una cosa un po’ troppo generica. In realtà bisogna fare riferimento alla normativa UNI EN 12600, facente parte della normativa UNI 7697.
Tale normativa prevede dei testi, effettuati sia su vetri temperati che stratificati, e delle conseguenti categorie di sicurezza contro gli infortuni. Ricordiamo che i vetri float non sono dei vetri antinfortunistici, poiché, come abbiamo già introdotto all’inizio, posso causare lesioni gravi in caso di rottura.
Test di resistenza all’impatto
Senza esporre i dettagli tecnici dei test, possiamo specificare che i test effettuati si basano sulla resistenza all’impatto (o urto) di un corpo morbido sul vetro.
Nel caso di vetri temperati, verrà rilasciata una classificazione 1C3, 1C2 o 1C1. In caso di vetri stratificati, conosciuti anche come vetri Visarm, le classi sono 2B2 e 1B1.
Ribadiamo che tale test non indica la protezione contro un atto vandalico in sé ma il grado di sicurezza di una persona che dovesse impattare contro un vetro.
Vetro antisfondamento e normativa vetri UNI EN 356
Quando acquistiamo dei vetri per infissi, sempre più spesso sentiamo parlare di vetri antisfondamento. Occorre specificare che tale terminologia è un po’ fuorviante e abusata, perché troppo generica. Se intendiamo parlare di vetro antieffrazione, bisogna realmente fare riferimento alla normativa UNI EN 356, che rientra nella normativa UNI 7697.
Anche in questo caso sono previsti dei test, che permettono di suddividere i vetri in classi. Pertanto, invece di parlare di vetri serramenti antisfondamento, è più opportuno partire dal termine vetri antivandalici e proseguire con vetri antieffrazione di sicurezza via via maggiore.
Test di resistenza all’effrazione
Senza indicare i parametri specifici del dettagli tecnici dei test, possiamo specificare che vengono effettuati 8 test. 5 vengono realizzati con una sfera d’acciaio e determinano le classi che vanno dalla P1A alla P5A, mentre 3 vengono effettuati con un’ascia e determinano le classi dalla P6B alla P8B.
In modo molto sintetico, la classe P2A determina la resistenza ai semplici atti vandalici. Dalla classe P4A in poi si inizia a parlare di vetri per infissi blindati.